Un nuovo bersaglio degli estrogeni nel maschio: l'epididimo



Un nuovo bersaglio degli estrogeni nel maschio: l'epididimo.

Vignozzi L, Filippi S, Morelli A, Marini M, Forti G, Maggi M.


Introduzione
L’epididimo è un lungo e tortuoso dotto che ha il compito di accogliere gli spermatozoi appena prodotti dal testicolo, e di permetterne il passaggio verso le porzioni più distali del tratto genitale maschile, dopo il riassorbimento del fluido testicolare. Infatti, è generalmente accettato che gli spermatozoi presenti nell’epididimo sono sprovvisti di motilità e, di conseguenza, necessitano della contrazione della struttura muscolare epididimale per progredire nei dotti deferenti e quindi nell’uretra. La contrazione dell’epididimo assume caratteristiche distinte nelle diverse porzioni anatomiche ed è strettamente correlata all’entità della sua innervazione nonché struttura muscolare. Infatti, la muscolatura dell’epididimo diviene più consistente in prossimità del vaso deferente dove si riconosce anche una più ricca innervazione, garantendo la possibilità di una contrazione vigorosa del dotto a questo livello (El-Badawi and Schenke, 1967). L’attività contrattile dell’epididimo è essenzialmente regolata da una fine interazione tra le terminazioni simpatiche noradrenergiche (Mitchell, 1935), ed il sistema endocrino. Infatti, peptidi come l’endotelina-1 (ET-1, Peri et al., 1997; Harneit et al., 1997; Filippi et al., 2002) oppure ormoni quali l’ossitocina (OT, Filippi et al., 2003) e gli estrogeni (Filippi et al., 2003; Hess RA, 2003) rivestono un’importante ruolo nella fisiologia dell’epididimo.

Ruolo dell’OT e dell’ET-1 nell’epididimo
A livello dell’epididimo, sia dell’epitelio che della muscolatura, è stato evidenziato la presenza del recettore dell’OT (OTR) in molte specie animali (Maggi et al., 1987; Parry & Bathgate, 1998; Whittington et al., 2001; Filippi et al., 2002a; Filippi et al., 2002b), compreso i primati (Maggi et al., 1989; Einspanier and Ivell, 1997; Frayne and Nicholson, 1998; Filippi et al., 2002a). L’attivazione di OTR si è dimostrata indurre la contrazione muscolare dell’epididimo sia in vitro (Filippi et al., 2002a; Filippi et al., 2002b; Filippi et al., 2003) che in vivo (Cross & Glover, 1958; Hib, 1977; Nicholson et al., 1999; Studdard et al., 2002; Assinder et al., 2002).
In aggiunta esistono molte evidenze riguardo alla secrezione di OT da parte della neuroipofisi al momento della attività sessuale sia femminile che maschile, raggiungendo un picco al momento dell’orgasmo (Ogawa et al., 1980; Carmichael et al., 1987; Murphy et al., 1987; Uckert et al., 2003). In particolare, l’OT può essere considerata come un iniziatore ormonale dell’eiaculazione agendo attraverso il proprio recettore localizzato principalmente a livello della coda dell’epididimo, dove la struttura muscolare assume consistenza maggiore, organizzandosi addirittura in tre diversi strati (Frayne and Nicholson 1998; Filippi et al. 2002a). Infatti, l’ormone neuroipofisario OT insieme al proprio recettore OTR, inducendo la contrazione dell’epididimo, viene considerato come uno dei meccanismi ormonali che potrebbe favorire la progressione dello sperma e l’eiaculazione al momento dell’orgasmo.
Inoltre, tramite studi di immunoistochimica su sezioni di epididimo umano, si è evidenziato che il recettore OTR si localizza non solo a livello della muscolatura liscia epididimale, ma anche a livello dello strato epiteliale epididimale, dove viene espressa anche l’ET-1 (Fig. 1, Filippi et al., 2002a). La stimolazione in colture cellulari di epitelio di epididimo di coniglio con dosi crescenti di OT, ha evidenziato la capacità da parte di queste cellule di secernere ET-1 (Fig. 2, Filippi et al., 2002a). L’ET-1 deriva da un precursore (Big-ET-1) grazie all’azione di una specifica famiglia di peptidasi (ECE-1) ed è classicamente ritenuto un peptide di derivazione endoteliale con importante azione costrittrice sulla parete vascolare (Yanagisawa et al., 1988). Tuttavia, l’ET-1 è anche il più potente stimolatore della contrattilità dell’epididimo finora descritto (Peri et al., 1997). Infatti, sia l’ET-1 che il suo enzima sintesi-associato ECE-1 sono espressi a livello delle cellule epiteliali basali (Wong et al., 1991; Harneit et al., 1997; Peri et al., 1997; Filippi et al., 2002a) che si interfacciano con lo strato muscolare della parete epididimale dove si localizzano preferenzialmente i recettori di tipo A dell’ET-1 (ETA, Peri et al., 1997; Kim et al., 2000). Pertanto, si può supporre che al momento dell’orgasmo, la liberazione di OT da parte della neuroipofisi, tramite sia un’azione diretta sulla muscolatura liscia epididimale, ma anche tramite la liberazione di fattori paracrini, come l’ET-1, sia alla base di una sinergica regolazione endocrina della contrazione dell’epididimo e quindi della fuoriuscita di sperma.

Fig. 1


Fig. 1: Immunolocalizzazione di OTR ed ET-1 in sezioni traverse di epididimo umano. L’immunopositività per OTR (pannello A, ingrandimento 120 x) si localizza selettivamente a livello delle cellule muscolari lisce che circondano i tubuli dell’epididimo ed anche a livello delle cellule epiteliali. L’immunoistochimica in sezioni di epididimo per ET-1 (pannello B, 120 x) mostra una forte e selettiva positività localizzata a livello dell’epitelio dell’epididimo. Adattata da Filippi et al. 2002a.

Fig.2


Fig. 2: Immunolocalizzazione di OTR ed ET-1 in sezioni traverse di epididimo umano. L’immunopositività per OTR (pannello A, ingrandimento 120 x) si localizza selettivamente a livello delle cellule muscolari lisce che circondano i tubuli dell’epididimo ed anche a livello delle cellule epiteliali. L’immunoistochimica in sezioni di epididimo per ET-1 (pannello B, 120 x) mostra una forte e selettiva positività localizzata a livello dell’epitelio dell’epididimo. Adattata da Filippi et al. 2002a.



Il ruolo degli estrogeni
Sebbene la fisiologia dell’epididimo sia fortemente regolata dagli ormoni sessuali, soprattutto gli androgeni (Wilson et al., 1976; Robaire and Viger, 1995; Orgebin-Crist, 1996), tuttavia, il modello animale knockout per il recettore dell’LH supplementato con T ha evidenziato chiaramente che gli androgeni da soli non sono in grado di garantire il recupero completo di tutte le caratteristiche morfologiche e biochimiche dell’epididimo (Lei et al., 2003; Pakarainen et al., 2004). Pertanto fattori ormonali aggiuntivi, ed LH-dipendenti, devono essere presi in considerazione.
Danzo e coll., per primi, a metà degli anni ’70 evidenziarono, nell’epididimo di coniglio, la presenza di un sito di legame per l’estradiolo (Danzo et al., 1975); tale sito di legame fu poi dimostrato anche in altre specie animali (Saunders et al., 1998; Hess et al., 2000). Recentemente, il nostro gruppo ha evidenziato, tramite una misurazione quantitativa dell’espressione genica (Real Time RT-PCR), che entrambi i sottotipi (a e ß) del recettore per gli estrogeni (ER) sono presenti nell’epididimo umano (Fig. 3), con predominanza dei recettori a (ERa, Vignozzi et al., 2004). Infatti, come è stato dimostrato nel modello knockout per ERa, tali recettori rivestono un ruolo cardine nel processo di riassorbimento di acqua e ioni nel lume epididimale, permettendo la corretta concentrazione del liquido seminale, parametro fondamentale per la fertilità maschile (Lubahn et al., 1993). Al contrario, il ruolo di ERß a livello dell’epididimo rimane ancora molto da chiarire, in quanto il topo knockout per ERß, appare fertile con una normale morfologia testicolo-epididimale (Krege et al., 1998). I recettori di tipo ß, difatti, sono espressi in maniera molto più diffusa nei tessuti sia genitali (maschili e femminili) che non, quali il cervello, il sistema cardiocircolatorio ed il tessuto osseo (Kuiper et al., 1997).


Fig. 3: Espressione di ERa ed ERß nell’epididimo umano. Analisi quantitativa dei livelli di espressione genica (tramite Real Time RT-PCR) di ERa ed ERß nell’epididimo umano (Epi), confrontato con il corpo cavernoso (CC) e la mammella. I risultati sono espressi in unità arbitrarie (U.A.)). Adattato da Vignozzi et al., 2004a.

La concentrazione degli estrogeni nel sangue periferico è tipicamente bassa nel maschio variando tra 2-180 pg/mL a seconda della specie (Ganjam VK., et al, 1976; Bujan L., et al. 1993; Waites GM., et al. 1974; Eiler H., et al., 1977; Overpeck JG et al., 1978; Setchell BP., et al., 1982). Tale concentrazione diviene molto più elevata nel sistema linfatico e venoso testicolare rispetto alla circolazione sistemica raggiungendo nella rete testis all'incirca i 250 pg/mL (Free MJ., et al. 1979) e nel liquidio seminale tra 14-900 pg/mL a seconda della specie (Ganjam VK., et al, 1976; Bujan L., et al. 1993; Waites GM., et al. 1974; Eiler H., et al., 1977). Infatti, l'enzima che classicamente è deputato alla sintesi degli estrogeni, la P450 aromatasi, viene espressa sia a livello del testicolo (Rommerts FF., et al., 1982; Papadopoulos V., et al. 1986; Carreau S., et al. 1999; Carreau S., et al. 2003) che dell'epididimo (Filippi et al., 2002b; Vignozzi et al., 2004). Nonostante la loro importante produzione a livello testicolare, e la rilevante espressione dei loro recettori a livello dell'epididimo, rimane ancora da chiarire completamente la funzione degli estrogeni nel tratto genitale maschile. In realtà il nostro gruppo ha recentemente dimostrato un importante ruolo degli estrogeni nell'epididimo: la modulazione del sistema contrattile OT-mediato. Infatti gli estrogeni sono stati dimostrati modulare positivamente sia l'espressione che l'attività funzionale dell'OTR (Filippi et al., 2002b). In un modello sperimentale animale di ipogonadismo ipogonadotropo, ottenuto trattando conigli maschi adulti con un analogo del GnRH a lunga durata d'azione (triptorelina pamoato, 2.9 mg/Kg in un'unica somministrazione), la responsività in vitro dei preparati di epididimo all'OT, era completamente abolita. Il trattamento, in un sottogruppo di animali ipogonadici, con testosterone enantato (T, 30 mg/Kg/sett) non era in grado di revertire tale iporesponsività, mentre il supplemento con estradiolo valerato (E2v, 3.3 mg/Kg/sett) non solo riportava la responsività dell'epididimo all'OT ai livelli del controllo, ma addirittura la potenziava. A conferma di un ruolo fisiologico degli estrogeni sull'azione dell'OT nell'epididimo di coniglio, un gruppo di animali intatti veniva trattato con un inibitore della P450 aromatasi, il letrozolo (2.5 mg/Kg/die), in grado di ridurre la produzione di estrogeni endogeni. In tale modello sperimentale di deprivazione di estrogeni endogeni, la risposta contrattile dell'epididimo all'OT veniva drasticamente ridotta, raggiungendo livelli simili a quelli osservati nei conigli ipogonadici (Filippi et al., 2002b). Gli estrogeni, fisiologicamente prodotti nel testicolo e nell'epididimo in seguito all'aromatizzazione del T, modulano dunque la sensibilità dell'epididimo all'OT, tramite l'induzione dell'espressione di OTR. Infatti, gli estrogeni sono riportati agire incrementando l'espressione di OTR in molteplici distretti, quali per esempio l'utero (Soloff MS 1975; Maggi et al. 1991; Zingg et al., 1995; Murata et al., 2000), la cervice (Umscheid et al., 1998), l'ipotalamo (Bale et al., 1995), il rene (Ostrowski et al., 1995) ed anche l'epididimo (Filippi et al., 2002b). Il fine meccanismo con cui gli estrogeni possano regolare l'espressione dell'OTR non è ancor conosciuto esattamente, ma sembra molto plausibile una modulazione indiretta tramite fattori ormonali intermediari aggiuntivi ancora non ben chiariti (Siebel et al., 2004). Infine, va ricordato che il tamoxifene, un modulatore selettivo del recettore estrogenico (SERM), è uno dei farmaci di cui è stata dimostrata una qualche efficacia nel trattamento del maschio infertile (Rowe et al., 2000). Il tamoxifene, oltre a possedere un'azione centrale da antagonista estrogenico tale da stimolare la liberazione di gonadotropine e quindi la spermatogenesi (Haidl et al., 1991), sembra in grado di agire anche a livello periferico, o più precisamente epididimale (Filippi et al., 2002b). A livello dell'epididimo, il tamoxifene si comporta difatti come un agonista estrogenico (Orgebin-Crist et al., 1983) in quanto, da nostri studi sperimentali in vitro (Filippi et al., 2002b), la contrattilità dell'epididimo indotta dall'OT risulta in parte ripristinata se all'animale ipogonadico si somministrava tamoxifene (0.25 mg/Kg/die). Si avvalora, dunque, l'ipotesi che questo farmaco agisca anche direttamente a livello locale regolando la sensibilità dell'epididimo ad agenti contratturanti quali l'OT.

Conclusioni
In conclusione la motilità dell’epididimo, che sta alla base della fisiologica funzione di deposito e liberazione di sperma, risulta essere finemente regolata dagli estrogeni che modulano l’azione di potenti agenti contratturanti quali l’OT ed ET-1, in un importante “loop” sistemico-paracrino.

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Unità di Andrologia, Dip. Fisiopatologia Clinica, Centro di Ricerca, Trasferimento e Alta Formazione MCIDNENT, Università degli Studi di Firenze, Firenze