La percentuale di coppie infertili nei paesi europei oscilla tre il 10 e il 25%. Nel 40-45% dei casi
l’infertilità è dovuta a disordini della donna, quali l’endometriosi, la
patologia tubarica, e la disfunzione ovulatoria (Poppe et al. 2002)1,2
I fallimenti riproduttivi associati a malattie di tipo autoimmunitario sono oggetto di studio da diversi
anni. Già Gleicher nel 19933, Geva nel 19964, Kaider5
e Luborsky6 nel 2000 hanno indagato sulla stretta correlazione tra infertilità femminile e autoimmunità, ma solo recentemente è stato dimostrato
che determinate caratteristiche degli autoanticorpi sono coinvolte in questa correlazione.
Molti autori hanno studiato attentamente la relazione tra l’infertilità di pazienti con poliendocrinopatie
e/o con autoanticorpi contro cellule secernenti steroidi (Reimand et al., 20007) ed i loro enzimi specifici (Hoek et al., 1997. 8 e Kaider et al., 20009)
Type of autoantibodies |
All patients n=108(%) |
PCO n=16 |
PCOS n=20 |
E n=38 |
INF n=34 |
Controls n=392 (%) |
ANA |
15 (13.9) |
1 |
6 |
4 |
4 |
14 (3.6) |
SMA |
30 (27.8) |
4 |
3 |
11 |
12 |
20 (5.1) |
TMA |
2 (1.9) |
0 |
0 |
0 |
2 |
15 (3.8) |
PCA |
1 |
0 |
1 |
0 |
0 |
8 |
AMA |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
Total |
44 (40.7) |
5 |
10 |
13 |
16 |
58 (14.8) |
Antibodies: nuclear (ANA), smooth muscle (SMA), parietal cell (PCA), thyroid microsomal (TMA),
mitochondrial (AMA) and liver/kidney microsomal autoantibodies - K. Reimand J Reprod Immunol. 2001 10
Kutteh11, e Silver12
nel 1999, in due differenti lavori, hanno evidenziato come donne
infertili con malattie reumatiche presentano alti livelli di anticorpi
anti-fosfolipidi, anti-cardiolipina, e anti-β2- glicoproteina. Questi
ultimi hanno mostrato di avere un effetto tossico diretto contro le cellule
endoteliali del tratto riproduttivo femminile e contro l'embrione ed il
trofoblasto.
Gli autoanticorpi sarebbero
coinvolti anche nella genesi della menopausa precoce. Nell' 1% circa delle
donne le disfunzioni e l'invecchiamento ovarico possono incorrere prima dei 35
anni causando un quadro Insufficienza Ovarica Prematura (Premature Ovarian
Failure - POF) ed è definita come un'Amenorrea Secondaria. L'Eziologia è
sconosciuta nella maggior parte dei casi sebbene sia stata riportata una
tendenza familiare (sistema HLA, aplotipo HLA-D3R). Molti autori fanno risalire
l'origine di tale patologia ad una moltitudine di cause quali anomalie
cromosomiche e/o genetiche (Laml et al. 13 e Schlessinger
et al. 14, nel 2002), infezioni (Morrison et al.,
197515), cause iatrogene, fattori enzimatici (Arif et al.16,
1996) e autoimmunitari (Hoek et al.,199717,Forges et al.,
200418). Questi fattori convergono verso un'unica meta:
la distruzione parziale o totale dei follicoli primordiali a livello ovario. In
alcune pazienti l'insufficienza ovarica è legata alla presenza di anticorpi
antiovaio ed è dovuta ad una distruzione autoimmune dell'ovaio stesso. Prova di
ciò è la presenza di infiltrati linfocitari nell'ovaio. In altre pazienti,
invece, la POF è frequentemente associata alla presenza di autoanticorpi verso
altre ghiandole endocrine, ad esempio il surrene (Sindrome di Schmidt) e verso
la tiroide.
La presenza di anticorpi
tiroidei, specialmente anticorpi anti-tireoglobulina (anti-TG) ed anti-tireoperossidasi
(TPO), può avere un ruolo determinante nell'arresto di una gravidanza e nel
fallimento di una tecnica di fertilizzazione in vitro (IVF).
Questi anticorpi possono
persistere in pazienti con anamnesi di ipo o/e iper-tiroidismo anche in seguito
alla normalizzazione delle funzioni tiroidee dopo le specifiche terapie
farmacologiche. Inoltre autoanticorpi antitiroidei possono essere ritrovati in
donne eutiroidee, asintomatiche, che non hanno mai sofferto di tireopatie.
Nel 2002 gli studi condotti da
Geva et al.19 hanno dimostrato che la percentuale di donne positive
per gli anticorpi tiroidei anti perossidasi [TPO(+)] è più alta tra le donne
infertili rispetto al controllo fertile e che il numero di gravidanze a termine
ottenute in donne sottoposte a tecniche di riproduzione assistita sembrerebbe
essere significativamente più basso in soggetti positivi per autoanticorpi
organo-specifici per la tiroide come per l'ovaio. Infatti Kim et al.20
nel 1998 hanno riportato che le donne positive per gli anticorpi tiroidei in genere
(anti-perossidasi o anti-tireoglobulina) mostrano un aumentato tasso di
abortività e, nonostante ci siano in letteratura dati contrastanti su questo
argomento, una prognosi sfavorevole in caso di gravidanza/parto (Kutteh et al.,199921).
Raber, nel suo lavoro del 2003
sul trattamento delle donne infertili con Tiroxina22, ha concluso
che il trattamento farmacologico con T4 in donne infertili affette da
ipotiroidismo aumenta in maniera significativa la percentuale di gravidanze e
parti.
La domanda che ci si pone è se
nel caso di pazienti TPO(+) sottoposte a tecniche di riproduzione assistita la
suddetta positività sia quindi da considerare solo un semplice marker di
autoimmunità o un segnale indiretto di disfunzione tiroidea oppure se essa sia
effettivamente e direttamente responsabile dell'insuccesso riproduttivo e/o
delle complicanze in caso di gravidanza.
Si è condotto per cui uno studio
prospettico in donne infertili tra 20 e 45 anni che erano state sottoposte ad
una prima procedura di PMA tra Gennaio1999 e Gennaio 2003 (Negro R, Mangieri T,
Coppola L, Presicce G, et al: Levothiroxine treatment in thyroid peroxidase
antibodies-positive women undergoing assisted reproduction technologies: a
prospective study. Hum Reprod 2005 20, 1529-153323). In questo
studio tutte le pazienti sono state sottoposte a screening per la presenza di
TPOAb, TSH sierico e tiroxina libera (FT4), prima di essere sottoposte a
tecniche di PMA. Sono state escluse le donne con evidente disfunzione tiroidea.
Non sono trovate differenze nella percentuale di gravidanze ottenute tra le
donne con o senza autoanticorpi tiroidei, ma un aumentato tasso di aborti era
invece presente nel gruppo di donne TPOAb(+) rispetto a quelle negative.
Inoltre il trattamento preventivo con Levotiroxina (LT4) non ha dimostrato
differenze nella percentuale di aborti dopo PMA tra i due gruppi. I dati quindi
suggerirebbero che la presenza di malattia autoimmune tiroidea dovrebbe essere
presa in considerazione sin da quando si cominciano le ricerche in una coppia
infertile e/o tra le indagini in caso di poliabortività.
Tuttavia, poiché la prevalenza di
TPOAb osservata nella popolazione dello studio non era differente da quella
della popolazione generale, si potrebbe pensare che l'autoimmunità tiroidea non
sia da considerare di per sè causa di infertilità, in quanto la sua prevalenza
sarebbe stata altrimenti più alta (Tab. 1 e Tab. 2).
Tab.1Caratteristiche delle pazienti: età, parametri
tiroidei, esito della IVF; gruppo A: TPOAb(+) prima e dopo 1 mese di
trattamento con levotiroxina; gruppo B: TPOAb(+) non trattate; Gruppo C:
TPOAb(-)
|
Totali
|
Gruppo A
|
Gruppo B
|
Gruppo C
|
|
|
TPOAb+
prima LT4
|
TPOAb+dopo
LT4
|
TPOAb(+)
|
TPOAb(-)
|
|
(n.:
484)
|
(n.:
36)
|
(n.:
36)
|
(n.:
36)
|
(n.:
412)
|
|
|
|
|
|
|
Età
(anni)
|
30,2
± 4
|
29,2
± 4
|
29,2
± 4
|
30,1
± 5
|
30,4
± 5
|
TSH
(mIU/ml)
|
1,6
± 0,8
|
1,9
± 0,7
|
1,1
± 0,3
|
1,7
± 7
|
1,6
± 0,6
|
Tiroxina
(ng/ml)
|
12,00
± 2,0
|
11,2
± 1,8
|
14,1
± 2,5
|
11,7
V 2,1
|
12,2
± 1,9
|
Parti
|
0,05
± 0,16
|
|
0,06
± 0,16
|
0,04
± 0,15
|
0,05
± 0,16
|
Aborti
|
1,75
± 0,73
|
|
1,86
± 0,76
|
1,75±0,73
|
1,94
± 0,74
|
Disunzioni
ovariche n(%)
|
174
(36)
|
|
11
(31)
|
13
(96)
|
150
(37)
|
Fattori
tubarici n(%)
|
136
(28)
|
|
10
(28)
|
9
(25)
|
117
(28)
|
Endometriosi
n(%)
|
87
(17)
|
|
7(19)
|
9
(25)
|
66
(16)
|
Idiopatiche
n(%)
|
92
(19)
|
|
8
(22)
|
5
(14)
|
79
(19)
|
Ovociti
recuperati
|
6,1
± 0,76
|
|
6,19
± 0,74
|
6,08
(0,79)
|
6,05
± 0,79
|
Embrioni
trasferiti
|
2,51
± 0,68
|
|
2,61
± 0,64
|
2,52
± 0,69
|
2,5
± 0,67
|
Tab.2Esito delle ART in donne con e senza autoimmunità
tiroidea.

Questo studio prospettico, in accordo con quello condotto da Poppe et al. nel 2003 24,
evidenzia che la percentuale di gravidanze dopo PMA non è differente tra donne
TPOAb(+) e TPOAb(-), mentre l'autoimmunità tiroidea sembrerebbe influenzare
significativamente la percentuale di aborti.
Non sono però ancora chiari i
meccanismi patogenetici alla base di questa constatazione, ma sicuramente si
può pensare alle seguenti tre ipotesi:
- L'aborto in donne con anticorpi
tiroidei può essere dovuto a deficienza di ormone tiroideo?
- Potrebbe esserci uno o più
effetti diretti degli autoanticorpi tiroidei sulla placenta?
- Gli autoanticorpi tiroidei
potrebbero essere solo un marker di un alterato stato immunologico,
responsabile dell'instabilità dell'impianto?
Esistono dati contrastanti circa
l'associazione tra autoimmunità tiroidea e gravidanza. Alcuni autori non hanno
trovato correlazione tra TPOAb e incidenza di aborti ricorrenti. Uno studio
condotto da Kutteh et al.25 ha dimostrato che il numero di
gravidanze, aborti e parti non erano differenti in donne TPOAb(+) rispetto a
quelle TPOAb(-). Bussen e Steck.26 hanno però riscontrato che
l'incidenza di autoanticorpi tiroidei in donne con aborti ricorrenti era
significativamente aumentata rispetto ai controlli. Inoltre altri hanno confermato
l'associazione tra aborti ricorrenti e autoimmunità, dimostrando in questi casi
un aumento di cellule CD5+/20+ positive ed un'anomala
preponderanza di T helper (Th-1). Ne consegue che la positività di TPOAb
dovrebbe essere considerata solo un marker periferico, mentre il cattivo esito
delle gravidanze sarebbe invece diretta conseguenza dell'anormale funzionalità
delle cellule T. Nello stesso contesto, gli ipotiroidismi subclinici possono
anche influenzare negativamente le prime fasi della gravidanza.
Una metanalisi compiuta da
Prummel e Wiersinga.27, i quali avevano osservato una associazione
tra autoimmunità tiroidea e percentuale di aborti, suggeriva che l'aumentata
abortività in donne TPOAb(+) potesse essere dovuta ad una lieve insufficienza
tiroidea, essendo la concentrazione serica di TSH in donne TPOAb(+) più alta
rispetto a quelle TPOAb(-). Calvo et al.28 hanno dimostrato che
esistono delle differenze tra lo stato tiroideo e la concentrazione fetale
degli ormoni tiroidei. Il compartimento fetale mostra concentrazioni seriche di
T3 e T4 cento volte inferiori rispetto alla madre e le concentrazioni seriche
di TSH raggiungono valori che sono circa un terzo di quelli biologicamente
attivi nelle rispettive madri eutiroidee. Di conseguenza, anche una leggera
riduzione nella concentrazione materna di FT4 nel siero può causare una
rilevante e significativa diminuzione a livello del siero fetale. Infatti è
stato dimostrato che in donne eutiroidee sottoposte a ART la stimolazione
ovarica controllata, portava durante i primi mesi di gravidanza ad una
diminuzione di FT4 e ad un concomitante aumento della concentrazione di TSH.
In ultimo la presenza di
autoimmunità tiroidea potrebbe essere associata ad un'aumentata incidenza del
tasso di aborti dovuti al fenomeno del microchimerismo. Il microchimerismo
fetale è definito come la presenza durante la gravidanza di cellule fetali nei
tessuti materni. Ciò coinvolge il passaggio transplacentale di cellule fetali
nella tiroide materna e può essere uno dei meccanismi che spiega i disordini
tiroidei ed una iniziale risposta immune contro l'unità fetoplacentale. Lo
studio condotto da Imaizumi et al. ha dimostrato che nelle tiroiditi autoimmuni
sperimentali murine il microchimerismo è responsabile di un'aumentata quantità
di aborti, senza differenze nella funzionalità tiroidea tra i topi controlli e
quelli Tg-immunizzati. In aggiunta, gli autoanticorpi tiroidei erano associati
ad una percentuale più alta di aborti. Questo studio pur essendo stato condotto
su topi, suggerisce che il microchimerismo nell'uomo possa essere coinvolto nel
settaggio dell'autoimmunità e dell'ipotiroidismo.
Conclusioni
In conclusione la revisione della
letteratura internazionale e lo studio prospettico pubblicato dal nostro gruppo
(Hum Reprod 2005, 20, 1529-1533) fanno pensare che nelle donne sottoposte a
PMA la percentuale di gravidanze ottenute grazie alle tecniche non è
sicuramente influenzata dalla presenza o meno di TPOAb, né dal trattamento con
levotiroxina (LT4). Il tasso di abortività precoce è però sicuramente maggiore
nelle donne TPOAb(+) rispetto a quelle TPOAb(-)
L'autoimmunità tiroidea quindi rappresenta un fattore di
rischio per l'aborto, ciò sembrerebbe essere direttamente legato ad un'anomala
risposta immune piuttosto che al vero e proprio ipotiroidismo e/o ai markers
tiroidei.
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Riproduzione Casa di Cura Salus, Brindisi.
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